Intervento di Consolidamento statico
I complessi edilizi, nella loro essenza strutturale, sono costituiti di membrature costruttive connesse e dimensionate in modo da poter assolvere, entro i limiti dei carichi di sicurezza, i compiti statici loro affidati.
All’osservatore di una struttura da restaurare apparirà un insieme di lesioni. Si intende genericamente per lesione una interruzione del tessuto murario. Essa può apparire sotto la forma di fessurazione (cioè soluzione della continuità per rottura del materiale) o sotto quella di deformazione, (variazione della forma geometrica al di là del limite elastico) oppure sotto forma di fessurazione e deformazione insieme.
Le forze applicate ad una struttura producono: reazioni dei vincoli, deformazioni e tensioni. Perché una struttura resista, le varie parti della costruzione devono essere sufficientemente solidali tra loro e vincolate opportunamente al suolo; le tensioni interne devono risultare, in ogni punto, minori di quelle che provocano la rottura e l’equilibrio tra le varie forze agenti (esterne ed interne) deve essere stabile per ogni parte strutturale oltre che per tutto l’insieme. L’alterazione del regime di equilibrio elastico, quando non intervenga un nuovo stato di equilibrio compatibile con la resistenza dell’insieme, può determinare un dissesto statico il quale si manifesta con una serie di lesioni. I rimedi da adottare sul piano tecnico non potranno essere determinati se non dopo che si sia risalito alla conoscenza delle cause perturbatrici, seguendo un percorso del tipo: lesioni, dissesto, causa.
Va oltremodo osservato che, mentre la relazione lesione-dissesto è univoca (cioè ad ogni tipo di lesione corrisponde un certo dissesto), diversamente non può dirsi per il rapporto dissesto-causa perturbatrice (cioè un certo dissesto può essere provocato da più tipi di cause).
Il dissesto statico può pertanto, definirsi come una situazione di alterazione del regime di equilibrio originario della struttura di entità tale da comportare il superamento in alcuni punti della massa muraria dei limiti ammissibili di resistenza del materiale e che si manifestano con l’insorgere in alcune zone della compagine strutturale di manifestazioni caratteristiche quali fessurazioni e deformazioni.
Le cause che producono tali alterazioni del regime della struttura (cause perturbatrici) possono essere le più varie. Innanzitutto l’invecchiamento dei materiali di cui è costituito il manufatto (la cosiddetta “vetustà”) che unitamente all’azione degli agenti atmosferici esterni ed all’azione congiunta delle variazioni termoigrometriche produce un degrado delle caratteristiche dei materiali anche nelle zone più interne della massa muraria e perciò non sempre immediatamente percepibili a chi osservi superficialmente la struttura.
Un’altra causa perturbatrice che frequentemente ricorre nell’analisi dei dissesti di strutture (murarie e non) è quella legata ai cedimenti del piano di posa delle fondazioni. Più precisamente ciò che risulta particolarmente dannoso sono i cedimenti differenziali, cui è sottoposta la struttura, in quanto tali moti, differenziati lungo le diverse verticali del manufatto, inducono nello stesso dislocazioni tra le varie masse strutturali e quindi un regime di sollecitazione addizionale che, sovrapposti a quello preesistente, può produrre un superamento delle sollecitazioni ammissibili dei materiali costitutivi e quindi situazioni di crisi più o meno diffuse.
Altra causa perturbatrice degna di rilievo sia per la sua importanza sia per la sua frequenza è quella legata al verificarsi di eventi eccezionali quali sismi, carichi eccezionali, vibrazioni intense dovute ad esplosioni, ecc. che inducono nella struttura sollecitazioni assolutamente non previste in sede di progettazione e che possono provocare talvolta la plasticizzazione di alcune sezioni o di alcune parti del complesso strutturale, tali da alterare lo schema statico e quindi il regime di sollecitazione interno della struttura stessa.
Tutte queste cause possono agire separatamente o talvolta congiuntamente e quindi concorrere ad aggravare il dissesto. Inoltre, come ricordavamo prima, non si può dire che esiste una relazione biunivoca tra causa perturbatrice e tipo di dissesto, in quanto il medesimo dissesto può essere prodotto da cause di diversa natura. Per esempio un dissesto dovuto ad una traslazione verticale di una parte dell’organismo murario può essere provocato da più cause, quali:
Esiste però una corrispondenza biunivoca tra lesione e dissesto, ossia è possibile, assegnato il tipo di dissesto definire le lesioni caratteristiche corrispondenti a quel determinato dissesto e, pertanto, una volta stabilità la corrispondenza diretta tra dissesto e lesioni, è possibile risolvere il problema inverso, ossia, risalire dalle manifestazioni tipiche (quadro fessurativo e deformativo) al tipo di dissesto verificatosi.
Documenti allegati:
Sede: San Giovanni in Persiceto (BO)
Anno: Progetto e realizzazione 2004/2005
Committente: Comune di San Giovanni in Persiceto
Progettista: StudioDEG - Ing. Angelo De Cocinis
Direzione lavori generale: StudioDEG - Ing. Angelo De Cocinis